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Sulla via dei kami. Rotazione di dipinti giapponesi su rotolo verticale

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  • 5 Novembre 2019 - 19 Aprile 2020
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A partire da martedì 5 novembre si rinnova al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino l’esposizione dei kakemono, classici dipinti giapponesi su rotolo verticale. La necessità di mettere a riposo periodicamente le opere più delicate – come quelle in carta o seta – offre l’occasione per rendere visibile al pubblico, a rotazione, tutta la collezione del Museo.

La cultura giapponese è caratterizzata dalla coesistenza di caratteri importati dal continente elaborati nell’Arcipelago in modo originale, ed elementi legati allo shinto, la “Via degli dei” che si sviluppò autonomamente in Giappone prima dell’introduzione del Buddhismo. La nuova rotazione di kakemono, i dipinti su rotolo verticale, si ispira a figure dalla simbologia e dai tratti tipicamente giapponesi, come Dei della Fortuna, leggende del folclore, animali messaggeri divini e numerosi kami (le divinità dello shinto).

Le lievi pennellate del “Matrimonio delle volpi sotto la pioggia” di Watanabe Seitei (1851-1918) fotografano di nascosto un evento raro quanto propizio: in Giappone si dice infatti che, quando piove con il sole, da qualche parte una coppia di volpi si stia unendo in matrimonio, lontano dagli occhi indiscreti degli esseri umani. Anche il celebre regista Akira Kurosawa si è ispirato a questo tema per uno degli otto episodi del film Yume (“Sogni”, 1990).

In Giappone gli Schichifukujin sono le Sette divinità della Fortuna: tra queste, Ebisu è l’unico a essere considerato autenticamente giapponese. In un Paese circondato dal mare, Ebisu è venerato come protettore dei pescatori e dei pescivendoli. Nel dipinto “Daikoku e Ebisu” di Nakajima Raisho (1791-1827) la divinità è ritratta mentre sfila l’amo dal pesce tai (simile a un’orata), elemento a lui associato e considerato di buon auspicio grazie al gioco di omofonia con tai (“grato”, “fortunato”).

Tsukioka Sessai (?-1839) con l’eterea “Veduta del Monte Fuji” e Utagawa Sadakage (attivo 1818-1844) con il suo ritratto di “Sugawara no Michizane che cavalca un bufalo” rendono omaggio alle espressioni della natura nella sua bellezza più maestosa e agli illustri personaggi del passato che lo shinto venera come kami.

Nel corridoio che ospita le stampe policrome sarà presentata una selezione di ukiyo-e, il cui nucleo centrale è costituito dalla prima metà della serie “Nelle 53 stazioni della Tokaido” di Utagawa Hiroshige (1797-1858).