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Rotazione di opere nella galleria giapponese del MAO
Rotazione di opere nella galleria giapponese del MAO
Mostra
24 Agosto 2011 - 30 Settembre 2011
La galleria giapponese del Museo d’Arte Orientale ospita una nuova rotazione conservativa di disegni, stampe e libri. Nella sala principale al secondo piano è possibile ammirare nuovamente sette
kakemono
(dipinti in formato verticale) già esposti in occasione dell’apertura del MAO, tra cui si distingue una pregevole raffigurazione ad inchiostro e colori su seta del
Bodhisattva Kannon “dalle undici teste”
del XIV-XV secolo. I
kakemono
, in virtù della struttura che permette loro di essere facilmente arrotolati e srotolati, vengono cambiati al mutare di stagione, a seconda del tema o del sentimento espressi dal soggetto rappresentato. In accordo con questa esigenza, l’ottavo
kakemono
è quello intitolato “Coppia di conigli sotto la luna”, firmato Maruyama Oshin (1790-1838) e databile agli inizi del XIX secolo. Il soggetto dipinto con tenui accentui lirici, ovvero lo
tsuki no usagi
(“coniglio lunare”), rinvia infatti alla festa di metà autunno, quando, durante il plenilunio di settembre, sarebbe possibile vedere sulla faccia della luna la forma di un coniglio seduto sulle zampe posteriori, intento a preparare in un pestello il dolce tradizionale
mochi
. In Giappone si celebra l’evento con il tradizionale “otsukimi” (lett. “guardare l’onorevole luna”), termine coniato appositamente per questa ricorrenza: si osserva la luna alla ricerca della figura dello
tsuki no usagi
o semplicemente per goderne della bellezza, meglio se riflessa in uno specchio d’acqua. L’associazione tra coniglio e luna è presente anche nei “Jataka” – narrazioni delle vite antecedenti del Buddha storico; il
Sasa-Jataka
narra di una lepre che, non avendo nulla con cui sfamare un mendicante (sotto le cui spoglie si celava una divinità hindu), offrì se stessa gettandosi nel fuoco, non prima però di aver scosso il corpo per risparmiare gli insetti che avrebbero potuto annidarsi nel suo pelo. Affinché tale virtù di sacrificio venisse conosciuta nei tempi a venire, la divinità dipinse sulla luna la figura della lepre.
La galleria delle stampe al secondo piano del percorso espositivo del Giappone ospiterà la seconda metà della serie di Utagawa Kunisada II (1823-1880), “Le carte di Genji di Murasaki Shikibu”, datata 1857. L’autore, allievo e genero del maestro Utagawa Kunisada (1786-1865), si ispira per la sua serie di xilografie policrome al
Genji monogatari
(“Storia di Genji”), romanzo capolavoro composto nell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu. I personaggi del romanzo di corte riflettono, nella serie di Kunisada II, l’edonismo tipico della borghesia cittadina del periodo Edo (1603-1868) attraverso la maestosità e la teatralità tipiche degli attori di
kabuki
che tanto fascino esercitavano sul pubblico coevo. Oltre al
corpus
centrale della serie, sono esposti due trittici di Utagawa Kunisada che hanno per protagonisti alcuni famosi attori, tra i quali Ichikawa Ebizo V, Bando Shuka e Ichikawa Danjuro VII sono ritratti in una scena del dramma intitolato “Le battaglie di Koxinga”. La storia, nata come dramma per burattini ma ben presto adattata al teatro
kabuki
, ha per protagonista Watonai, eroe figlio di padre cinese e madre giapponese che lascia il nativo Giappone deciso a restaurare il trono della dinastia Ming, usurpato dagli invasori Mancesi. Ad essere raffigurata è una scena del terzo atto del dramma, nota come “Il segnale rosso”: Kinshojo, sorellastra del protagonista, fa scorrere il proprio sangue lungo un corso d’acqua come segnale rivolto al corpulento Watonai, al fine di comunicargli la decisione del marito Kanki (ritratto sulla sinistra nel trittico) di non partecipare alla lotta contro i Mancesi. Il volto di Watonai è acceso dal
kumadori
rosso, il trucco associato agli eroi dai poteri soprannaturali, nonché simbolo di lealtà e coraggio.
Completano l’esposizione relativa alle
ukiyo-e
un esemplare della famosa “Grande onda a largo di Kanagawa” di Katsushika Hokusai (1760-1849), proposto per la seconda volta dall’apertura del MAO, e sei
surimono,
ovvero xilografie di altissima qualità tecnica stampate in numero ristretto su commissione e offerte come biglietto di auguri in particolari occasioni dell’anno. La rotazione conservativa coinvolge, inoltre, le vetrine che ospitano i volumi a stampa e che ora propongono, oltre ad alcuni esempi dello stile caricaturale “Toba”, la pregevole serie intitolata “Cento vedute del monte Fuji” e la “Trilogia illustrata degli eroi”, entrambe frutto dell’abilità tecnica e dell’estro del Maestro Hokusai.
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