Per celebrare Ottavio Mazzonis di Pralafera, la Fondazione a lui dedicata organizza una mostra commemorativa nel suo palazzo natale, che dal 2008 è sede del MAO Museo d’Arte Orientale. Saranno esposti tre cartoni preparatori di grandi dimensioni del dipinto a tempera a caseina dello scalone aulico di Palazzo Mazzonis, opere preparatorie quali un modelletto e un bozzetto, un repertorio fotografico in bianco e nero del dipinto, oltre a due busti in gesso raffiguranti il Maestro e la sua musa, Silvia Pirracchio ora Presidente della Fondazione Ottavio Mazzonis. Si prevede inoltre la proiezioni di un video realizzato dalla Fondazione nel quale verrà esemplificata l’evoluzione stilistica del Maestro, dall’affresco presente al MAO ai bozzetti per la pala d’altare della Cattedrale di Noto (Siracusa). Ottavio Mazzonis per lo scalone aulico di Palazzo Mazzonis ora sede del MAO Museo d’Arte Orientale Negli anni ’50 vengono fatti eseguire dal barone Ottavio Mazzonis alcuni interventi, quali la trasformazione in locali di abitazione dei garage posti nella manica Est dietro l’esedra, ma le modifiche interessano soprattutto lo scalone aulico: le pareti dell’ordine inferiore vengono arricchite da cornici e da pannelli in stucco, eseguiti dalla ditta Montanari, ad imitazione di quelle esistenti sulla fascia superiore; le due grandi finestre presenti sulla parete lunga, rivolta all’interno del palazzo, in parte vere e in parte dipinte vengono ampliate secondo il preesistente disegno a trompe l’oil. Ma sono le opere dipinte da Ottavio Mazzonis a trasformare l’aspetto dello scalone: sulla volta dipinge nel 1955 un grande affresco a tempera e caseina raffigurante l’allegoria dell’Arte e dell’Industria con figure mitologiche e l’insegna araldica dei Mazzonis di Pralafera (il leone ruggente che bandisce una mazza ferrata), nel 1957 esegue ad olio su muro un altro grande dipinto allegorico, sulla parete corta rivolta ad Est nella fascia dell’ordine superiore, eliminando il trompe l’oil di due finte finestre con vedute prospettiche. Ottavio Mazzonis fu un artista capace di trasalimenti e di entusiasmo di fronte alla bellezza, ancora romanticamente intesa come ideale e valore assoluto, tanto da lasciarci descritto “Il valore del bello e del bene nell’arte non tollerano elucubrazioni intellettuali, per me sono verità che entrano facilmente nell’animo umano”. Noto a livello internazionale per le sue fortunate esperienze espositive che, nell'arco di cinquant'anni, lo hanno visto presentare le sue tele in rassegne pubbliche e importanti gallerie, Mazzonis vanta oggi una fama derivante dalla qualità del suo impegno, basato sulla continua ricerca e su un entusiasmo coinvolgente. Ottavio Mazzonis, nato a Torino il 20 dicembre 1921, fin da bambino intraprende gli studi pittorici frequentando lo Studio di Nicola Arduino, con il quale collabora fino alla fine degli anni Cinquanta. Nel decennio successivo si ha traccia delle sue decorazioni a tempera e pale d’altare a Savigliano e Mondovì. Nel 1968 è invitato al Concorso Internazionale “La donna d’oggi nella pittura” al Palazzo della Permanente di Milano, mentre la galleria Fogliato di Torino organizza la sua prima esposizione personale. Seguono una serie di mostre personali nelle principali città italiane e partecipazioni a esposizioni internazionali. Nel 1993 le edizioni Allemandi di Torino pubblicano, a cura di Giuseppe Luigi Marini, la monografia di Ottavio Mazzonis; nel 2000 partecipa alla mostra “Vanitas Vanitatum. Et Omnia Vanitas”, promossa dal Museo Sandro Parmeggiani di Renazzo a cura di Maria Censi e Alfonso Panzetta alla quale segue, nel 2001, la mostra personale di Mazzonis intitolata “Apocalisse di Giovanni”. In quella occasione nasce l’idea della “Via Crucis” per la Chiesa del Rosario di Cento, chiesa alla quale le 14 stazioni vengono donate, e nel 2006 riceve la cittadinanza onoraria dalla città di Cento. È stato, inoltre, eletto Priore onorario della Arciconfraternita del S.S. Rosario di Cento. Nel 2009, grazie all’interessamento di Vittorio Sgarbi, ha l’incarico di eseguire due pale per il transetto della Cattedrale di Noto, tali opere sono rimaste allo stadio iniziale, ma i bozzetti preparatori sono stati inseriti nel 2011 tra le opere esposte a "Artisti per Noto e altrove. L'ombra del Divino nell'arte contemporanea", iniziativa speciale promossa dal Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, a cura di Vittorio Sgarbi.