Il quarto appuntamento del ciclo di performance che abitano il t-space X MAO è dedicato all’artista Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) e alla sua videoinstallazione MONOGATARI, prodotta da Snaporazverein in collaborazione con Zero..., Milano.
L’opera consiste nella proiezione, su due schermi appaiati, del reportage fotografico realizzato in Giappone tra il 2017 e il 2018, dove l’artista ha vissuto per alcuni mesi grazie al premio On Demand by Snaporazverein. Durante il soggiorno a Tokyo, Kyoto e Osaka l’artista ha potuto approfondire la conoscenza di una cultura che, nel suo rigore formale e nelle sue strutture simboliche, sente come elettivamente affine.
Contrariamente a quanto il titolo lascerebbe supporre, la videoinstallazione MONOGATARI (in giapponese物語, letteralmente ‘racconto’) non vuole narrare una storia, quanto piuttosto rendere visibile quell’intimo legame che si produce con un luogo - e con le persone che lo abitano - quando è finalmente superata la presunzione di averlo già compreso e di saperlo descrivere. Non può mai davvero essere raccontato il fascino di un paesaggio che appare nuovo ed esotico: è sempre quest’ultimo a raccontare la fascinazione di chi lo guarda.
Similmente a quanto realizzato in passato con i reportage fotografici sugli ospedali della ONG EMERGENCY, che prima ancora di descrivere la loro attività erano soprattutto degli autoritratti del modo con cui l’artista si relazionava ad essi, alle loro persone, ai loro paesaggi, anche MONOGATARI è da considerarsi come una “costruzione affettiva”.
La videoinstallazione si arricchisce della contestuale presenza nello spazio espositivo - anomala performer - dell'artista di ikebana Nami Kodama che, sovrapponendo la propria silhouette alle immagini proiettate, ne rifrange e ne stratifica ulteriormente la percezione.
MASSIMO GRIMALDI (Taranto, 1974) è un artista italiano che vive e lavora a Milano. La sua pratica indaga la natura di ciò che convenzionalmente chiamiamo “arte”, il modo con cui essa viene percepita, valutata e capita. La sua ricerca è una continua interrogazione sui criteri della produzione e della circolazione delle immagini, sul potere e i limiti della speculazione estetica, sulla possibilità di una sua ridefinizione etica. L’artista ha avuto mostre personali al Castello di Rivoli, Torino (2009); Museo di Villa Croce, Genova (2012); Team Gallery, New York (2011/2013); West, The Hague (2014); ZERO..., Milano (2006/2010/2013/2017/2019/2022). Le sue opere sono state presentate anche in numerose mostre collettive, fra cui Italics a Palazzo Grassi, Venezia, e MCA, Chicago (2008-2009), e la 50ma Biennale di Venezia (2003). Nel 2009 Grimaldi ha vinto il concorso internazionale MAXXI 2per100, utilizzando il premio per la costruzione del Centro Pediatrico di EMERGENCY a Port Sudan.
Come di consueto, nello spazio del t-space i visitatori potranno anche servirsi una tazza di tèselezionato da Claudia Carità (The Tea Torino) che, per l’occasione ha scelto tè verde Genmaicha. Genmaicha o ’tè di riso integrale’ è ottenuto con il tè verde e il riso tostato. Colloquialmente è anche conosciuto come "tè del popolo", poiché il riso serviva da riempitivo e riduceva il prezzo del tè, rendendolo storicamente più disponibile per i giapponesi più poveri.Scelto come bevanda durante i periodi di digiuno anche religioso, tè e riso erano combinati nella proporzione di 1:1. Oggi ilgenmaicha è apprezzato da tutti i segmenti della società non solo giapponese e il successo di questo tè è anche la risposta all’estro dei produttori che riescono a modulare la complessità aromatica dell’infuso finale scegliendo tra le migliori qualità di tè verde e di riso, oppure addizionandomatcha per ottenere l’espressione in tazza del ricercatoumami.
Si ringrazia per il prestito dell’opera SNAPORAZVEREIN, Samaden (CH), e ZERO…, Milano
Ingresso libero.