Dopo quasi otto anni, i visitatori potranno nuovamente ammirare preziosi volumi manoscritti e dipinti a mano di Tosa Mitsuyoshi (Tomanmaru, 1700-1772), che descrivono le guerre tra i clan Taira e Minamoto nella seconda metà del XII secolo. Un’altra vetrina è dedicata al genio multiforme del famoso Katsushika Hokusai (1760-1849), che spazia dalle famose raffigurazioni fumettistiche dei Manga (“Schizzi sparsi”) alla precisione descrittiva di opere quali Il canone della pietà filiale (Ehon kokyo). La terza vetrina intende mostrare come altri stili bozzettistici, sotto forma di raccolte shiki e gafu, abbiano anticipato il grande successo dei manga tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX. Gli autori qui rappresentati sono Kitao Masayoshi (Keisai, 1764-1824) e Yamaguchi Soken (1759-1818).
La galleria delle stampe al secondo piano del percorso espositivo ospiterà inoltre delle stampe tratte dalla prima metà della serie più famosa di Utagawa Hiroshige (1797-1858), “Le 53 Stazioni della Tokaido”, datata 1832-34. Si tratta di xilografie policrome dove il maestro, principale rivale di Hokusai per le opere paesistiche, rivela il suo massimo talento. La stazione di Mishima, immersa nell’atmosfera ovattata della nebbia mattutina, ad esempio, è considerata a buon titolo uno dei capolavori assoluti di tutta l’arte dell’ukiyo-e. La serie, presentata al pubblico in forma ridotta perché alcune stampe sono attualmente in prestito per la mostra “Storie dell’Impressionismo” a Treviso, è di proprietà della UniCredit Art Collection.
Oltre al corpus principale della Tokaido, si potranno ammirare otto surimono (preziose stampe augurali) di autori vari del tardo periodo Edo (1603-1868). Completa l’esposizione della sala 2.2 la matrice lignea di un paesaggio di Hokusai, Il Fuji visto da Kanaya.
Nella sala principale, sempre al secondo piano, subentreranno otto kakemono (dipinti in formato verticale) realizzati tra la seconda metà del XVIII e la fine del XIX secolo. Tra questi si segnalano una pregevole opera a inchiostro monocromo di Mori Sosen (1747-1821) raffigurante un “Cervo maschio semisdraiato” e una pittura a inchiostro, colori e gofun, attribuita a Hokusai, che coglie un momento della “Raccolta delle conchiglie”. Nel tokonoma della stanza da tè, in sala 2.3, è stato infine posizionato il kakemono di un noto calligrafo del primo periodo Edo, Karasumaru Mitsuhiro (1578-1638), ove campeggia il carattere cinese che significa ‘bambù’.