Giovedì 26 aprile 2018 ore 18
LA CAPITALE DELLE STEPPE.
Immagini dagli scavi di Karakorum in Mongolia
27 aprile - 3 giugno 2018
Esposizione fotografica realizzata dal MAO Museo d’Arte Orientale e dal Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia
in collaborazione con Museo di Karakorum
grazie al supporto di Missioni Consolata Onlus
Nell’ambito del Patto di Collaborazione tra la Città di Torino e la Città di Kharkhorin
Interverranno
Marco Biscione, Direttore MAO Museo d’Arte Orientale
Carlo Lippolis, Presidente Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia
Dolgormaa Dashtseerev, capo gabinetto della Città Kharkhorin
Erdenebat Ulambayar, Professore di Archeologia all’Università di Ulaanbaatar
Tsambagarav Jamiyangarav, Museo di Karakorum
Ingresso libero fino esaurimento posti disponibili
Quando Genghis Khan nel 1220 decise di costruire una capitale per il suo regno nella valle del fiume Orkhon, le considerazioni non erano solo di carattere strategico: la regione, infatti, da oltre mille anni era identificata con la formazione stessa dello Stato per le popolazioni nomadi che vi si erano succedute. Chi dominava “la foresta di Ötükän”, come veniva allora chiamata la valle, possedeva il lustro dell’autorità e la fortuna del destino, e poteva governare dal centro del mondo un nuovo impero egemone nel mondo delle steppe. La città di Karakorum fu edificata sotto il figlio di Genghis Khan, Ögedei, nel 1235, e rimase la capitale dell’impero mongolo sotto i successori Güyük e Möngke. Durante questo periodo di splendore furono molti gli stranieri che visitarono Karakorum, tra cui i francescani Giovanni di Pian del Carpine e Guglielmo di Rubruck.
A causa delle lotte interne per la successione nel 1260 la città subì pesanti distruzioni e Kublai Khan spostò la capitale e lasciò a Karakorum il ruolo di centro amministrativo e snodo commerciale più importante della “provincia a nord delle montagne”, almeno fino al 1388 quando fu distrutta dall’esercito cinese dei Ming. Nel 1585-86, Abdai Khan fondava Erdene Zuu, il più grande monastero buddhista della Mongolia, proprio nei pressi dell’antica capitale.
L’identificazione delle rovine a nord di Erdene Zuu con il sito di Karakorum si deve a Nikolai M. Yadrintsev nel 1889; la conferma definitiva al turcologo Wilhelm Radloff (1837-1918). I primi scavi furono effettuati nel 1933-34 da Dmitry Bukinich, ma fu soltanto con la missione mongolo-sovietica del 1948-49, guidata da Sergei V. Kiselev, che la conformazione del sito nella sua interezza cominciò ad essere compresa. Doveva passare un altro mezzo secolo affinché le indagini sul sito riprendessero, adottando i canoni, le attenzioni e gli strumenti dell’archeologia moderna, quando nel 1998 prese forma la Spedizione Mongolo-Tedesca.
Anche l’Italia, attraverso il Centro Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia, è ora in procinto di avviare un progetto con le controparti mongole.
A due anni dalla firma del Patto di Collaborazione tra la Città di Torino e la Città di Kharkhorin, e grazie alla collaborazione con l’Archivio fotografico del Museo di Karakorum, il MAO rende omaggio alla storia culturale e artistica della Mongolia attraverso una esposizione fotografica dedicata al sito archeologico dell’antica capitale Karakorum.