sabato 11 maggio ore 16
Nell’ambito della prima edizione del festival EXPOSED, il MAO propone una talk con Shahidul Alam, fotoreporter, insegnante e attivista sociale bengalese, Yasmine Eid-Sabbagh, artista e attivista franco-libanese, e Patrizio Esposito, insegnante, artista e attivista, che si confronteranno con Davide Quadrio sui temi della libertà e della censura in ambito artistico e sul percorso di rapido cambiamento di significato del binomio democrazia=libertà: se il concetto di libertà sembra sgretolarsi e corrodersi progressivamente, messo in crisi dall’inarrestabile ascesa dell’equazione libertà=privilegio, l’autonomia di pensiero può essere esercitata unicamente entro limiti chiaramente stabiliti e saldi.
Il dialogo si snoderà attraverso riflessioni che hanno a che vedere con il mondo post globale, con le possibili pratiche di resistenza sul campo, con le aree di libertà espressiva e lo sviluppo di modelli artistici e intellettuali che provengono da contesti sociali, culturali e politici non propriamente democratici e non occidentali.Quali sono le implicazioni che questo spostamento d’asse democratico comporta e quali rivelazioni ci attendono?
La necessità di un confronto su tali tematiche nasce da due eventi che hanno visto coinvolti Alam ed Eid-Sabbagh e che hanno segnato uno spartiacque fra un prima e un dopo, dando vita a un cambiamento antropologico particolarmente evidente e rilevante.
Nel 2023 Yasmine Eid-Sabbagh è stata fra i partecipanti a documenta 15, curata dal collettivo Ruangrupa, manifestazione al centro di una crisi provocata dalla messa in discussione della libertà espressiva e artistica senza precedenti dal secondo dopoguerra a oggi; Shahidul Alam avrebbe invece dovuto essere uno dei curatori della Biennale di fotografia 2024 in Germania: l’appuntamento è stato cancellato a causa delle posizioni pro-Palestina dello stesso Alam.
In occasione dell’incontro, all’interno del t-space, al MAO verrà presentata in un’ottica archivistica e documentale la loro pratica artistica: non una vera e propria mostra, quanto piuttosto un tentativo di avvicinare il pubblico a due modalità differenti di fare arte e attivismo politico.Tra i materiali esposti, alcuni lavori dell’Informal Collective Western Sahara, gruppo di militanti e ricercatori di vari paesi che si incontrano e agiscono, dal 2000, sui temi della lotta per l’autodeterminazione del popolo sahrawi, fra cui una copia del volume Necessità dei volti, edito in venti copie affidate a custodi internazionali, in un gesto di riconciliazione futura tra popoli divisi da una monarchia feudale, una sequenza di stampe fotografiche inviate dalla resistenza sahrawi dal Sahara occupato e alcuni video realizzati montando brevi riprese della resistenza, inerenti la ripresa del conflitto armato tra Fronte Polisario e il Marocco, conflitto che non trova spazio sui media internazionali.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
SHAHIDUL ALAMFotografo, scrittore, curatore e attivista, Shahidul Alam è stato nominato da Time Magazine Person of the Year 2018 e National Geographic Explorer at Large. Costruttore di istituzioni, Alam ha esposto nei principali musei e gallerie del mondo, tra cui il MOMA. Ha ricevuto la più alta onorificenza conferita agli artisti del Bangladesh e ha ricevuto un dottorato onorario dall'Università delle Arti di Londra. Il suo libro "The Tide Will Turn" è stato inserito dal New York Times tra i "Migliori libri d'arte del 2020".
YASMINE EID-SABBAGHNella sua pratica Yasmine Eid-Sabbagh esplora le potenzialità dell'agire umano impegnandosi in processi di lavoro sperimentali e collettivi. Questi includono pratiche di (contro-)archiviazione come la negoziazione di un potenziale archivio digitale (ri)assemblato in collaborazione con gli abitanti di Burj al-Shamali, un campo profughi palestinese vicino a Tyr, in Libano, e progetti pedagogici radicali come Ses Milanes-créixer a la natura, un asilo nel bosco auto-organizzato a Bunyola, in Spagna, che utilizza la natura come infrastruttura principale. La fotografia funge spesso da mezzo per indagare a livello comunitario le nozioni di collettività, potere e resistenza, ad esempio nel suo impegno come membro della Arab Image Foundation, un'istituzione archivistica gestita da professionisti, e come punto focale del suo dottorato di ricerca in Teoria dell'arte e Studi culturali presso l'Accademia di Belle Arti di Vienna (2018).
PATRIZIO ESPOSITONato a Napoli 1951, ha insegnato disegno nella scuola pubblica, ha curato la comunicazione per i Festival internazionali di teatro di Santarcangelo e di Volterra, creato la veste grafica di case editrici indipendenti (Gamberetti editrice e l’alfabeto urbano) e realizzato manifesti per il cinema italiano in concorso a Venezia e Cannes. Ha promosso l’apertura degli Annual courses of Digital Photography a Beirut e della Biblioteca della fotografia di Bagdad, partecipa alle attività del Collettivo informale Sahara Occidentale per lo studio dell’archivio fotografico custodito nel Museo della resistenza sahrawi. Ha pubblicato Cospira, Cronopio edizioni 2022.