Evolving Soundscapes, il public program curato da Chiara Lee e freddie Murphy per le mostre del MAO Museo d’Arte Orientale, si rinnova in occasione della mostra Trad u/i zioni d’Eurasia, a cura di Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo.Dall’Asia al Mediterraneo passando per il nord Africa, in una storia fatta di incroci, scambi, influenze, connessioni, traduzioni, riscritture così come di violenza, dominio coloniale, appropriazione. Una storia di confini liquidi e fluidi, che direttamente o indirettamente ha plasmato gli artisti invitati spingendoli a narrare di lotte per la libertà e la giustizia, a sovvertire le tradizioni di genere e quelle culturali, a ispirarsi al folklore, trasformandolo, a riflettere sulla violenza, l'oppressione e la resistenza che hanno modellato interi territori e a lavorare ad un futuro di possibilità sonore e incroci di poligenesi.Il programma è completato da Distilled un’installazione sonorasite specific per il progetto espositivo composta da alfabeti sonori, che si svilupperà e si arricchirà gradualmente di nuovi elementi nel corso dei mesi di mostra.
Il programma completo
Mercoledì 4 ottobre 2023 ore 19 in occasione dell’inaugurazione della mostraABDULLAH MINIAWYUn'espressione di religione, rivoluzione e libertà
Abdullah Minyawi è scrittore, cantante, compositore e attore, icona di una gioventù egiziana in lotta per la libertà e la giustizia. Si è esibito su prestigiosi palcoscenici internazionali come il Festival d'Avignon, l'Institute of Contemporary Arts di Londra, il museo Haus Der Kunst di Monaco e il Louvre di Parigi. Recentemente il suo albumLe Cri Du Caire con Erik Truffaz, ha vinto il premio LES VICTOIRES DU JAZZ 2023, l'equivalente francese dei Grammy Awards nella categoria Musica World.Adbullah ha realizzato diverse colonne sonore per spettacoli di danza, spettacoli teatrali e mostre, ed è stato attore protagonista del lungometraggio tunisinoTlamess di Alaadine Slim, selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2019, e vincitore del premio per il miglior lungometraggio al Kino Der Kunst 2020 e del premio per la migliore regia al Marrakech International Film Festa 2020, con cui è entrato nella rosa dei candidati selezionati dell'Arab Cinema Centre a Cannes per il Premio come Miglior Attore.Durante la primavera araba è diventato una figura politica legata alla resistenza, i cui testi hanno avuto larga diffusione nel campo profughi di Al Yarmouk in Siria, così come in Tunisia e in altri paesi. Nel 2017 è stato costretto a lasciare l’Egitto a causa del regime oppressivo di Al-Sisi. È inoltre stato scelto dal parlamento europeo come uno dei tre responsabili del cambiamento con sede nell'area Schengen per presentare una prospettiva artistica franco-egiziana sulle sfide cruciali di oggi.Al MAO presenta un concerto per voce e field recordings, accompagnato dal trombone di Robinson Khoury.Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
Venerdì 3 novembre 2023 ore 22 nelle Antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale, Torino – in occasione di ArtissimaTHE PHANTASMAGORIA OF JATHILANUna performance diRAJA KIRIK con Silir Pujiwati e Ari DwiyantoThe Phantasmagoria of Jathilan dei Raja Kirik è un’esplorazione artistica della tradizione Jathilan che ne reinterpreta musica, voci e movimenti.Frutto di un'ampia ricerca artistica sulla storia dell'isola, con la loro pratica artistica i Raja Kirik riflettono sulla violenza, l'oppressione e la resistenza che hanno plasmato Giava. Così come al tempo del colonialismo olandese le danze trance erano d’uso tra i giavanesi per esprimere rifiuto del dominio coloniale e un ardente desiderio di libertà, i Raja Kirik dimostrano come la musica, la danza e i rituali forniscano ancora oggi potenti mezzi narrativi contro il dominio e la violenza straniera.In The Phantasmagoria of Jahtilan, il duo, accompagnato da Silir Pujiwati (un’acclamata cantante solista esperta nella tradizione giavanese) e Ari Dwiyanto (performer, regista, coreografo e uno dei fondatori del Yogyakarta Bengkel Mime Theatre) rielabora la danza del cavallo Jathilan, una trance dance popolare celebre a Giava e utilizzata per dare forza dopo una sconfitta.Jathilan è l'acronimo di "Jarane jan tjil-thilan", che si traduce in “cavallo che balla in modo irregolare”. L'attuale forma di Jathilan si sviluppò dopo la Guerra di Giava (combattuta tra i ribelli giavanesi e l'impero coloniale olandese dal 1825 al 1830) come pratica comune per far fronte alla sconfitta subita per mano dell’Impero olandese e alla devastazione causata dalla conseguente guerra civile. Nelle danze venivano usati dei cavalli di bambù per esprimere sostegno ai cavalieri del leader ribelle, il principe Diponegoro, che avevano combattuto coraggiosamente contro le forze coloniali olandesi. Nonostante la sconfitta subita dai ribelli, la danza Jathilan raffigura una vittoria immaginaria della cavalleria locale contro demoni, mostri o colonizzatori. Questa performance eroica ha quindi molteplici scopi: intrattenere, incoraggiare, guarire e unire le persone in un rituale contro l'oppressione.The Phantasmagoria of Jathilanè una rielaborazione della tradizione Jathilan, che ne reinterpreta musiche, voci e movimenti. Ritmi elettronici sincopati si combinano con percussioni metalliche di strumenti fatti in casa che inducono alla trance. Il canto meravigliosamente monotono in uno stile melismatico ripetitivo e accattivante si intreccia con melodie cadenzate che sgorgano da strumenti a fiato improvvisati.Con una propulsione frenetica e apparentemente infinita, la musica di Raja Kirik abbraccia un'ampia portata emotiva.Ingresso libero.
Mercoledì 6 dicembre 2023 ore 18.30EL KHATMix retrofuturistico di canzoni tradizionali yemenite, groove contemporanei e strumenti autocostruiti
È stimolante come l'omonima pianta il suono di El Khat, progetto di base a Tel Aviv guidato da Eyal El Wahab, figlio della diaspora ebraica yemenita.Nel melting pot di Tel Aviv-Yafo e tagliato fuori dal mondo digitale, El Wahab, violoncellista autodidatta, fin da bambino costruisce strumenti con gli oggetti che le persone scartano, una pratica che rimanda alla patria della famiglia, lo Yemen, dove anche la spazzatura può trasformarsi in strumento musicale. Da sempre quindi El Khat utilizza sia strumenti regionali che strumenti fatti in casa da scarti di metallo, legno e plastica, a creare un suono selvaggio e di confine dalle influenze disparate, che mescola rifiuti e tradizione in una sorta di riciclo urbano di una cultura diseredata, adattandosi ad un mondo in subbuglio, di emigrazione di massa.Trasformando la spazzatura usa e getta in un’espressione libera di vitalità dalla forte valenza socio politica, El Khat costruisce un ponte tra una musica ispirata all'età d'oro yemenita e un futuro di possibilità sonore e incroci di poligenesi.
Giovedì 25 gennaio 2024 ore 18.30YA TOSIBAFolk elettronico che riscrive e si riappropria delle tradizioni poetiche orali del Caucaso
Nato dalla collaborazione tra la musicista e cantante azera Zuzu Zakaria e il produttore finlandese Tatu Metsätähti, Ya Tosiba unisce elettronica, strumenti suonati dal vivo e latradizione poetica orale del Caucaso in un suono moderno e accattivante.L’ultimo album di Ya Tosiba “ASAP Inşallah” (Huge Bass, 2023) trasporta l'ascoltatore in un viaggio globale, con influenze che vanno dai norvegesi Center of the Universe, al francese Poborsk, dall’ucraina Zavoloka, agli svedesi Pavan e Daniel Savio fino ad arrivare all’azero Rahman Memmedli.Quattro dei brani dell’album attingono al genere meykhana, uno stile di musica nuziale improvvisata azera, con "battaglie di poesie" accompagnate da una chitarra elettrica microtonale. Bandito durante il periodo comunista, il meykhana ha visto una rinascita dopo la caduta dell'Unione Sovietica nei talent show televisivi, sebbene sia ancora considerato una forma di cultura bassa. Zakaria presenta un approccio molto personale al genere, sovvertendone sia le tradizioni di genere che quelle musicali. “Le donne non sono invitate a questo rituale, fatto da uomini per uomini, e questo rende senza dubbio ancora più importante per me continuare a farlo" dice.Mentre Zakari canta in azero, la narrazione di ASAP Inşallah prende vita. Tutti i testi dell'album riprendono poesie e testi tradizionali con racconti che narrano della tensione tra romanticismo e guerra, sesso e genere, natura e tecnologia, politica e società. Sebbene le storie siano varie e alcune abbiano una base storica, tutte attingono a questa tensione; è il peso della storia contro la promessa del domani.
mercoledì 14 febbraio 2024 ore 18.30ŠIROM Musica folk pan-globale da un universo parallelo
I Širom sono un trio sloveno che suona musica folk che sembra provenire da un universo parallelo. La loro musica unisce approcci, stili e influenze diverse. Nel repertorio di Iztok Koren, Samo Kutin e Ana Kravanja trova espressione un corpo strumentale vastissimo che attinge dalle contaminazioni dei confini fluidi del passato (viola, ocarina, mizmar, ribab, daf, balafon, guembri, banjo, ghironda, liuto, tambura brač, carillon) e si arricchisce di oggetti sonori autocostruiti. Nelle loro performance fuori dall'ordinario e a tratti sciamaniche, riecheggiano ambientazioni, luoghi e tempi lontani.La band ha raggiunto la vetta di numerose classifiche musicali e ha calcato le scene di festival come il “Le Guess Who?” e “Rewire” (NL), Roskilde (DK) Meakusma (BE) e molti altri.
Mercoledì 27 marzo 2024 ore 18.30MAYA AL KHALDI + SAROUNA Voci e musica dal passato e dal presente palestinese
Maya Al Khaldi مايا الخالدي è un'artista, musicista e compositrice palestinese, con base a Gerusalemme. La sua pratica si basa sull’esplorazione della vocalità e della musica del passato e del presente palestinese e sul lavoro su materiali d’archivio. Il suo album di debutto “عالم تاني – Other World”, prodotto da Sarouna, si ispira al folklore palestinese immaginandone un diverso futuro sonoro. Tutti i brani includono testi, melodie o registrazioni dall'archivio audio della musica tradizionale palestinese del Centro d'Arte Popolare di Ramallah, in Palestina.Sarouna سارونا è una suonatrice palestinese di qanun, oltre che ingegnere del suono, produttrice e DJ nata a Gerusalemme. Fondatrice di Tawleef, un'etichetta discografica e spazio artistico palestinese indipendente guidata da donne, lavora ad un progetto musicale collaborativo tutto al femminile, con artiste palestinesi e della diaspora. Attualmente sta componendo il suo primo album, un'esplorazione elettronica della memoria attraverso campionamenti e qanun.
Tariffe: 15 € intero e 10 € ridotto studenti, acquistabili presso la biglietteria del Museo il giorno dei concerti - 16 € intero (con prevendita 1 €) sul sito.