Statua che per qualità e dimensioni richiama quelle di Guhyasamaja e Vajrahumkara prodotte nel periodo dell’imperatore Qianlong, ma la sostituzione del piedestallo impedisce di estendere il confronto alle basi. Il tratto distintivo di questa forma irata di Vajrapani con tre teste e sei braccia è data dai sserpenti che addenta. Il dio stringe a sé la sua partner tantrica atteggiando le mani in quella che sembra potersi riconoscere come una forma di abhayamudra (gesto di rassicurazione) Va considerato che mentre in Tibet questa mudra viene praticata con la sola mano destra rivolta in alto, in Cina viene spesso raddoppiata orientando la destra verso l’alto e la sinistra verso il basso. In Giappone una mudra così configurata è indicata con il nome segan-semui-in.