Al centro della thang-ka è dipinto Bhaishajyaguru, il Buddha della Medicina che secondo i testi iconografici tradizionali ha il colore azzurro dello zaffiro (vaidurya). Il potere del Buddha di curare i corpi viene invocato perché la salute del corpo e il buon funzionamento strumentale degli organi di senso sono essenziali per raggiungere il pieno controllo della mente. Bhaishajyaguru siede in vajrasana reggendo nella mano sinistra poggiata in grembo una ciotola che contiene pillole curative. La mano destra, protesa in basso con il palmo aperto rivolto verso l’osservatore, tiene fra pollice e indice un ramo fiorito del mirobalan, albero il cui frutto corrisponde alla panacea della tradizione occidentale, curatrice di tutti i mali. Intorno a lui sono distribuiti gli Otto Buddha della Medicina (sMan-bla-bde-gshegs brgyad) Il grande Quinto Dalai Lama, Ngag-dbang Blo-bzang-rgya-mtsho (1617-1682), e il suo reggente Sangs-rgyas-rgya-mtsho ritenevano che il palazzo di Bhaishajyaguru si trovasse nel nostro mondo, nell’Uddiyana.