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Esposizione nuovi Kesa
Esposizione nuovi Kesa
Mostra
10 Dicembre 2010 - 1 Febbraio 2011
Il
MAO Museo d’Arte Orientale
dispone di una piccola
collezione di
kesa
giapponesi
, preziosi mantelli rituali buddhisti, che sono stati generosamente donati al museo da Claudio Perino tra il 2006 e il 2010.
I tessuti, anche se in misura minore dei dipinti su carta o su seta, richiedono di essere messi periodicamente a riposo perché le fibre si distendano dopo l’inevitabile stress dell’esposizione museale. Per questo motivo, a partire
da martedì 21 dicembre
il museo espone
tre nuovi esemplari
per la prima volta visibili al pubblico
.
Il più antico
, a motivi geometrici, è datato precisamente all’anno 1799 grazie alla dedica scritta sulla fodera;
il più grande e prezioso
, che raffigura draghi e fenici alternati ad elementi floreali, presenta i sei tipici inserti quadrati in una seta diversa da quella del resto del manufatto;
nel terzo
kesa
, infine, i disegni floreali e augurali operati in “argento a strisce” e sete multicolori si stagliano su uno sgargiante fondo color rosso corallo.
Il
kesa
(dal sanscrito
kashaya
) è un
mantello indossato dai monaci buddhisti
come paramento rituale ed è composto da vari pezzi di stoffa uniti da cuciture sovrapposte.
Gioca un ruolo molto importante nella pratica buddista poiché il dono di un tessuto conferisce merito all’offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco.
Il dono della stoffa può consistere in un tessuto nuovo, oppure usato dall’offerente, o ancora in un
kimono
appartenuto a un defunto nella speranza di assicurarsi preghiere in suo suffragio.
La struttura dei
kesa
si compone di una cornice all’interno della quale si alternano fasce verticali sempre dispari e il loro numero ne determina l’utilizzo: il
kesa
a 5 bande può essere sempre indossato dal monaco, quello a 7 viene usato durante le occasioni formali all’interno del tempio, mentre i
kesa
composti da un numero di fasce compreso tra 9 e 25 possono essere indossati soltanto durante le cerimonie solenni, dinanzi ai fedeli. Nel
kesa
lo schema del
mandala
si riflette nella distribuzione dei ritagli di stoffa di colore diverso: la fascia centrale rappresenta il Buddha e i quattro quadrati di eguali dimensioni applicati agli angoli ricordano i quattro Re Guardiani, che la cosmologia buddhista prepone alle direzioni dello spazio.
Il tessuto preferito dai monaci per confezionare un
kesa
è la seta, spesso impreziosita da fini motivi decorativi in broccato d’oro (
kinran
) o d’argento (
ginran
). Nel
kinran
, sottili striscioline di carta dorata (argentata nel
ginran
) avvolgono a spirale un’anima di seta o cotone; il
kesa
così decorato risulta prezioso ed elegante, arricchito da minuziosi e precisi dettagli che trovano risalto sullo sfondo.
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