Dal 13 giugno la galleria Giappone si rinnova.
L'ampio riallestimento interessa le vetrine dei paraventi e dei kesa, che, come di consueto, sono stati sostituiti per ragioni conservative. La nuova selezione comprende due coppie di paraventi e tre kesa, i mantelli rituali buddhisti.
La coppia di grandi paraventi realizzata nel primo quarto del XVII secolo e intitolata Le battaglie di Hōgen e Heiji ci riporta al 1156 e al 1160, quando i membri dei potenti clan Taira e Minamoto si fronteggiarono per risolvere una disputa sulla successione imperiale in seguito all’abdicazione dell’imperatore Go-Shirakawa. Le due insurrezioni costituiscono un punto cruciale nella storia del Giappone poiché crearono le basi per lo sviluppo del dominio della classe guerriera. La prospettiva a volo d’uccello agevola lo sviluppo temporale della narrazione dei vari episodi bellici, incorniciati dalle nuvole create attraverso la superficie lasciata vuota.
Nell’altra coppia di paraventi ottocenteschi attribuibili a Kishi Ganku e alla sua scuola, emergono le creature opposte e complementari del drago e della tigre attraverso il sapiente dialogo tra il pieno dell’inchiostro e il vuoto della superficie pittorica. Drago e tigre sono creature evocatrici di primavera e autunno, rappresentano i punti cardinali Est e Ovest e simboleggiano rispettivamente la pioggia fecondatrice e la terra nutrice.
Il motivo del drago è ripreso su due dei tre kesa esposti al secondo piano: sul primo, confezionato a partire da un tessuto ricavato da un kimono nuziale femminile, i draghi sono avvolti ad anello su loro stessi, impreziositi da tralci vegetali con peonie in fiore e foglie di gelso ricamate in oro. Sul kesa con motivi floreali, fenici e draghi, questi ultimi sono avvolti tra nuvole e simboli benaugurali, mentre i sei inserti di tessuto differente sono broccati con sottili striscioline di carta dorata secondo la tecnica chiamata kinran. Il terzo kesa, datato 1772 e di un sobrio colore bruno impreziosito da filati metallici, reca sulla fodera un’iscrizione che lo associa al tempio Hōjū della scuola Shingon nell'odierna prefettura di Tokushima.
Negli stessi spazi, accanto alle fotografie d'epoca, alle stampe a tema teatro kabuki e alle armature trovano spazio anche il prezioso kimono femminile estivo furisode con motivi di neve soffiata (fubuki), donato dalla città di Nagoya in occasione del decimo anniversario del gemellaggio con Torino (2005), e un kimono femminile estivo con lunghe maniche caratterizzato da una delicata decorazione a pioggia di fiori.
L'ormai consueto dialogo con il contemporaneo è affidato all'opera Paradossi dell’abbondanza #51 (big wave), 2023, di Marzia Migliora, parte di un ciclo di disegni che l'artista ha realizzato negli ultimi anni e che indagano il rapporto tra produzione di cibo, merce e plusvalore del modello capitalista e allo sfruttamento delle risorse umane, animali, e naturali. Questa serie di disegni intende esplorare visivamente i paradossi che governano la società dei consumi, tratteggiando i limiti di un modello anacronistico e in antitesi con le emergenze ambientali e sociali del presente.Paradossi dell’abbondanza #51 è un disegno di grandi dimensioni che mostra l’impeto di un’onda gigante, che rivela nel suo infrangersi le profondità dei fondali con ecosistemi in cui un universo pluricellulare e multispecie è animato da branchi di pesci realizzati con la tecnica ottocentesca, utilizzata dai pescatori giapponesi, del gyotaku. Questa tecnica è un metodo di stampa ad impressione diretta che prevede l’utilizzo di pesci cosparsi con nero di seppia come matrice da imprimere direttamente su carta di riso Washi. Nel disegno i pesci si muovono tra un’apparente barriera corallina composta da tessuti, organi e cellule animali riassemblati tra di loro come una flora sottomarina che convive con piante orticole terrestri, come se la natura di superficie che ci alimenta e sfama fosse stata sommersa, ma fosse ancora capace di reagire. La presenza di reti da pesca giacenti sul fondo rimanda alle conseguenze della pesca intensiva e il fenomeno delle reti fantasma.
Nella sala da tè sono infine collocati un kimono maschile con motivi geometrici e augurali, risalente agli anni ’50 del XX secolo, un kimono femminile con motivo di coda di pavone e un dipinto calligrafico intitolato Luna tra i pini.
L'immagine:Marzia Migliora, Paradossi dell’abbondanza #51 (big wave), 2023.Collage in carta di riso washi e disegno su carta, impressioni gyotaku con nero di seppia, 250 x 350 cm. Installation Dhaka Art Summit. Fotografia di Farhad Rahman.Courtesy: dell’artista; Dhaka Art Summit, Dhaka; Galleria Lia Rumma, Milano / Napoli