A cura di Fabrizio Modina, collezionista e storico di Mitologia Moderna
ore 16
Secoli di cultura e tradizioni, in Oriente come in Occidente, hanno intessuto una narrazione che ha contribuito a relegare la donna a un ruolo subalterno rispetto all’uomo, imprigionandola in un cliché che la immagina come un individuo debole e bisognoso di protezione. Per questo, pur con alcune felici eccezioni, le donne hanno faticato e lottato per ottenere posizioni di primo piano in ambito politico, sociale, letterario o artistico. Figura emblematica di questo destino di subalternità è la Madama Butterfly, tragica eroina dell’omonima opera pucciniana, che sceglie di darsi la morte piuttosto che subire la condanna di una vita poco dignitosa.
Eppure, fra le strette maglie di un androcentrismo secolare, si insinua un femminismo neonato, che muove – inaspettatamente – i suoi primi passi all’interno della pop culture, in particolare nei film e nei fumetti: un femminismo silenzioso, fatto di voci sussurrate, che sfocia nella creazione di alcune delle eroine pop e manga più celebri di tutti i tempi. Negli Stati Uniti, nel 1941, vede la luce la progenitrice di tutte le guerriere, Wonder Woman, fenomeno mediatico e icona di riferimento per tutte le eroine concepite da lì in avanti dall’immaginazione di disegnatori e registi: Leia Organa di Star Wars, la spia sovietica Black Widow, la vigilante Batgirl, la ladra Catwoman, la ninja Elektra, la signora mutante dei venti Storm e la temibile Phoenix.
In Giappone la rigidità di una cultura fortemente androcentrica mostra invece i primi segni di stanchezza a partire dall’immediato dopoguerra: nel 1947 Machiko Hasegawa pubblica la striscia Sazae-san, che racconta le avventure di un’ordinaria ragazza giapponese che, con molta ironia, si fa strada attraverso difficoltà e pregiudizi, diventando una donna moderna ed emancipata. L’eredità di Sazae-san viene raccolta da numerosi artisti giapponesi che partono da questa figura per dare vita ad alcune delle eroine più amate dei cartoni animati e dei manga: Mimì Ayuara, la campionessa di pallavolo, la Principessa Zaffiro, Lady Oscar, Sailor Moon, per arrivare fino alle protagoniste degli anime del maestro Leiji Matsumoto o del visionario Hayao Miyazaki. Una teoria di figure di donne belle, forti e coraggiose, paladine della giustizia che si battono in difesa dei più deboli o di grandi ideali.
Fabrizio Modina, co-curatore della mostra “Guerriere dal Sol Levante”, compie un viaggio alla scoperta delle eroine pop più celebri, per svelarne il lato forte, da autentiche guerriere.
Ingresso libero