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Emakimono

  • Event
  • 4 May 2010 - 1 September 2010
Il 3 maggio ha avuto luogo la prima rotazione di dipinti orizzontali giapponesi del Museo d’Arte Orientale dalla sua apertura. La grande vetrina oggetto delle sostituzioni è posta all’inizio del percorso espositivo del Giappone. Pur essendo considerata più un’introduzione esteticamente piacevole all’inizio della galleria che una vera area espositiva, la vetrina ha ospitato finora pregevoli oggetti laccati e ventagli dipinti. Questa volta il MAO propone invece due interessanti emakimono, i “rotoli dipinti” su carta di formato lungo e stretto.

I “rotoli di pittura” sono una forma di espressione artistica importata in Giappone dalla Cina, dove il formato orizzontale è quello normalmente utilizzato anche per i testi scritti: il lettore srotola lentamente il “libro” su un ripiano con la mano sinistra e lo riavvolge con la destra, fruendo quindi di volta in volta di una porzione di testo che è pari all’apertura delle sue braccia. Allo stesso modo, i rotoli dove la pittura è preminente sono fatti perché l’osservatore ne fruisca personalmente in un processo di svolgimento che in molti casi implica una successione quasi filmica delle immagini nella loro composizione o della storia narrata nel suo svolgimento. Il senso di lettura è sempre da destra a sinistra.      

Tetsuo Somon (1791-1872), scuola di pittura Nanga: Studio per dipingere piante di orchidea. Inchiostro su carta. Periodo Edo, datato 1862. Collezione privata.    

Questo emakimono evidenzia una peculiarità della pittura dell’Asia Orientale, ovvero il ricorso all’elemento “tempo” nella concezione di un rotolo bidimensionale che va fruito da destra a sinistra: come se una pellicola scorresse sotto i nostri occhi, possiamo vedere la pianta di orchidea comporsi a partire dai pochi, timidi steli iniziali, per arrivare al rigoglio dell’ultima raffigurazione prima dell’iscrizione. Lo scopo di questo studio è sicuramente didattico, ma anche l’esito artistico è tutt’altro che trascurabile. L’autore, un abate zen di scuola Rinzai a Nagasaki, dipinge nel classico stile espressionista e calligrafico ereditato dalla Cina. L’inchiostro pieno o diluito crea un piacevole contrasto tonale tra il nero e le varie gradazioni di grigio. Il tema dell’orchidea selvatica, pianta tenace nelle più avverse condizioni, è anche una metafora del gentiluomo confuciano e la sua scelta sottolinea l’origine cinese della scuola di pittura Nanga (o Bunjinga, “Pittura dei Letterati”) di cui l’autore faceva parte.


Okajima Rinsai (1791-1865),
scuola di pittura Kano: Studi di paesaggi, fiori e uccelli. Inchiostro e colori tenui su carta. Periodo Edo, datato 1858-1861. Collezione privata.

Okajima Rinsai era un pittore di scuola Kano, amico e maestro del famoso artista di ukiyo-e Utagawa Hiroshige (1797-1858). L’opera qui presentata si compone di tredici quadretti singoli giustapposti, di larghezze e di soggetti diversi, il cui elemento di unione è rappresentato dalla mano delicata ma decisa dell’autore: Rinsai dipinge in uno stile minimalista preciso, facendo uso di pennellate calligrafiche e di ampie velature a inchiostro e colori tenui. Le prime tre scene - srotolando il dipinto da destra a sinistra - sono del genere “fiori e uccelli”, recano la firma e i sigilli dell’autore e in due casi anche la datazione. I restanti quadretti presentano scorci paesaggistici di varia natura, senza iscrizioni o timbri. L’unione di due generi diversi, e le diverse datazioni riscontrate (1858 e 1861) fanno pensare a una composizione a posteriori del rotolo nella forma in cui ci è pervenuto. Gli emakimono, “rotoli di pittura”, presentano di solito una progressione “filmica” da destra a sinistra, sia che si tratti di una composizione di immagini o di una successione di eventi.