Gli arhat sono discepoli del Buddha Shakyamuni che hanno percorso tutte le tappe del Nobile Ottuplice Sentiero e sono destinati a non più rinascere e a restare in vita fino alla venuta del Buddha futuro, Maitreya. Il culto degli arhat fu importato dalla Cina all’inizio del decimo secolo, ma il sistema liturgico ad essi dedicato fu importato dall’India da Atisha nel secolo undicesimo: la tradizione figurativa è ispirata a quella cinese, mentre la tradizione letteraria segue quella indiana. Al centro della thang-ka, in alto, è Ajita con il capo coperto dal mantello e le mani in samadhimudra. In basso a sinistra Kalika regge due grandi anelli d’oro donatigli dagli dei del Kamadhatu ai quali aveva predicato il dharma. In basso a destra si trova Vanavasin, seduto su un tappeto di foglie con un camara (scacciamosche) in mano. La thang-ka è stata probabilmente dipinta sulla traccia xilografica di una serie eseguita a sNar-thang, uno dei centri più importanti del culto degli arhat in Tibet.