Questa bella statua in bronzo pone problemi di provenienza e datazione. Le mani particolarmente fini e nervose, con le dita accentuatamente ricurve, richiamano in modo evidente la statuaria Mon di Dvaravati (VIII-IX secolo) e questa impressione è accentuata dal fatto che ambo le mani sono atteggiate secondo la vitarkamudra (caratteristica tipica di quella scuola, ma del tutto assente in India e negli altri paesi del Sudest asiatico). D’altra parte il trattamento del volto e del corpo è più dolce di quello di Dvaravati, mentre la foggia del mantello e le piccole pieghe sulla spalla sinistra evocano la statuaria thailandese del XIII-XIV secolo. Non è improbabile che l’origine dell’opera sia da riconoscersi in una qualche enclave della Thailandia settentrionale che abbia conservato aspetti della tradizione Mon anche dopo l’avvento dei Thai.